RIFLESSIONE SULLA DIGNITÀ DELLA DONNA ALLA LUCE DELL’IMMAGINE PRESENTATA DAI MEZZI DI COMUNICAZIONE
Dal Documento “Ecclesia in Europa”, emanato il 28 giugno 2003, troviamo questo passaggio a difesa e protezione della dignità della donna: “La Chiesa non manca di alzare la sua voce per denunciare le ingiustizie e le violenze perpetrate contro le donne, in qualsiasi luogo e circostanza avvengano. Essa chiede che siano realmente applicate le leggi che proteggono la donna e siano messe in atto misure efficaci contro l’uso umiliante di immagini femminili nella propaganda commerciale e contro il flagello della costituzione”.
Le costanti notizie di cronaca che in queste ultime settimane si susseguono con spudoratezza sui nostri giornali e nelle trasmissioni televisive e radiofoniche ci sgomentano e ci portano a pensare che siamo ancora molto lontani dal considerare la donna per ciò che è veramente e non semplicemente un oggetto o una merce da usare a piacimento per interessi personali. In molti ci domandiamo il perché di tutto queste notizie mediatiche e soprattutto ci chiediamo che immagine stiamo dando della donna e del suo ruolo nella società e nella famiglia, a prescindere dai fatti di cronaca, dalla veridicità o meno di ciò che ci viene presentato, dal linguaggio usato senza vergogna. Come donne che vivono e operano per una vocazione di amore e servizio alla vita e al rispetto della dignità di ogni essere umano, non possiamo tacere esonerandoci dall’esprimere la nostra preoccupazione ed il nostro sdegno per lo scempio che stiamo facendo della donna e del mancato rispetto della sua sacralità e identità.
In questi ultimi tempi si è cercato di eliminare la prostituzione di strada perché dava fastidio e disturbava il nostro pudore e abbiamo voluto rinchiuderla in luoghi meno visibili, ma non ci rendiamo conto che una prostituzione del corpo e dell’immagine della donna è diventata ormai parte integrante nei nostri programmi e notizie televisive, alla portata di tutti e che purtroppo educa allo sfruttamento, al sopruso, al piacere, al potere non curanti delle dolorose conseguenze sui nostri giovani che vedono solo modelli da imitare. La donna è diventata solo una merce che si può comperare, consumare per poi liberarsene come “usa e getta”.
La vita religiosa femminile lungo i secoli e la sua storia ha sempre avuto una’attenzione particolare al mondo femminile salvaguardando, difendendo e promuovendo la sua identità e dignità contro i soprusi e le discriminazioni di tutti i tempi e luoghi particolarmente in situazioni di emarginazione e di povertà. Purtroppo, nonostante l’emancipazione acquisita dalla donna in questi ultimi anni in diversi modi e settori dobbiamo constatare con vergogna che purtroppo ancora oggi, nel 2011 la sua dignità è terribilmente minacciata e calpestata e la sua identità completamente offuscata. In questi ultimi vent’anni le religiose hanno conosciuto in modo particolare sulle nostre strade il volto e gli orrori causati dalla tratta di esseri umani, specie di donne e minori per l’umiliante e degradante uso dello sfruttamento del corpo di tante giovani immigrate come fonte di piacere e di guadagno.
Molte delle nostre comunità religiose fedeli ai loro carismi di fondazione hanno accolto in questi ultimi anni centinaia e migliaia di queste donne che si ribellavano a questo sfruttamento, offrendo loro protezione, rispetto e possibilità di ricostruire la loro vita istrutta e il loro futuro. Quanto impegno e dedizione, amore e gratuità, servizio e solidarietà sono stati offerti a tante donne vittime della tratta e dello sfruttamento senza nessun tornaconto e aiuto finanziario dalle istituzioni, fidandoci esclusivamente della provvidenza! E quante vite salvate e ridonate alle loro famiglie e alla società! Quanta fatica e quanto tempo occorrono per poter guarire le tante ferite causate dall’egoismo umano per ricostruire la personalità di una giovane donna vittima di inganni e di soprusi!
A nome di tutte queste religiose che in varie parti d’Italia ogni giorno con coraggio e dedizione, noncuranti dei rischi e della fatica, senza cercare pubblicità, consensi e tornaconto, ma semplicemente guidate dall’amore e rispetto vero per la persona, si chinano su queste donne ferite causate dallo sfruttamento sessuale per guarire e aiutare a scoprire il vero volto dell’amore e ridare ad ogni donna la voglia di vivere, di crescere e di amare. Voglio terminare questa mia riflessione citando un detto molto saggio e attuale: “fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce”. Ciò è più che mai attuale in questo nostro contesto mediatico.
Nonostante il grande chiasso che si sta facendo in questi giorni per un albero che è caduto e che ha sconvolto e confuso molte persone, noi religiose continuiamo silenziosamente ma con determinazione a operare per proteggere la dignità e sacralità di ogni persona, specie della donna e delle minorenni che sono vittime di una società del consumo e dell’apparenza, della mancanza di moralità e del vuoto di valori. Il nostro servizio di donne a favore di altre donne oltre che continuare ad essere una forte denuncia fatta non solo a parole bensì attraverso la testimonianza concreta della nostra vita, vuole essere una risposta adeguata a tante giovani vittime in tanti modi dei nostri modelli di vita, affinché possano crescere e recuperare la dimensione e la gioia di ritornare ad essere protagoniste del loro futuro.
Il loro successo vero ed il loro futuro non basato sul denaro, sulla carriera o sui privilegi dei potenti bensì sulle loro capacità umane, sulla loro bellezza interiore e sul loro senso di responsabilità. E noi donne religiose che operiamo in questo ministero vogliamo continuare ad essere questi alberi che crescono senza far rumore per continuare ad offrire l’ossigeno che elimina l’inquinamento atmosferico e ricordare a tutti, società e chiesa, politici e persone comuni, giovani e anziani, uomini e donne, che l’onestà, il rispetto della dignità e identità di ogni persona è il capitale più grande su cui un paese civile deve saper investire e conservare per noi oggi e per le generazioni future. Un giorno il nostro operato sarà giudicato non solo da Colui che ci ha creati e al quale dobbiamo rendere conto, ma saremo giudicati anche dalla stessa storia. Grazie.
Sr. Eugenia Bonetti MC
responsabile ufficio “Tratta donne e minori” – Usmi con e per tutte le religiose che operano in Italia per combattere ed eliminare la tratta di donne e minori, specie per sfruttamento sessuale